Vito Vinci nasce a Fasano il 06/01/1960, mare/campagna, campagna/mare. La sua infanzia scorre come in tutti i paesi di provincia, a lui piace giocare, curiosare, osservare e pensare. Nel 1978 si diploma in un istituto tecnico-commerciale, ma le sue passioni sono la musica, la filosofia, il calcio e gli scacchi. Un tutto eterogeneo e confuso. All’età di 19 anni si iscrive alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere e comincia a promuovere con successo corsi di inglese per conto dell’ Enciclopedia Britannica. I primi guadagni li sperpera nella Dea del ’67 (automobile celebrata in un film del 2000 di Clara Law Giappone/Australia) la famosa Citroen Pallas con frizione automatica e sospensioni idrauliche che usa il mitico Ginko (ispettore in gamba che non riuscirà mai a catturare Diabolik). In seguito si occuperà di CIBO… di Foodies, si direbbe adesso, ma anche di leisure e di accoglienza. Negli anni ’80 promuove in Puglia c/o la ristorazione di prestigio e alberghi di qualità prodotti alimentari mai visti prima di allora: La Bresaola della Val Chiavenna, l’anguilla delle valli di Comacchio, il prosciutto friulano cotto nella crosta di pane, i capperi di Pantelleria e tanto altro e dopo il primo Expo vip alla fiera dell’alimentazione di Milano, I Vini di Braida (una bell’amicizia con Raffaella Bologna) e il Tocai Friulano (che non si chiamerà più così). Dopo un breve periodo nell’attività di servizi alle imprese: controllo costi di gestione, riclassificazioni di bilanci, tempi e metodi di produzione e sistemi di qualità.
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